Workshop Doratura e Visita con dimostrazione – Elisabetta Mason

Visita guidata al laboratorio di Elisabetta Mason “indorador” – 17 Ottobre 10am su prenotazione

LABoratorio “restauro e doratura” tenuto da Elisabetta Mason in due giorni su prenotazione.
17 Ottobre – 11.30am
18 Ottobre – 10.30 am

Elisabetta Mason si è laureata in Lingue Orientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, comincia la sua attività di doratrice nel 1986, seguendo le orme del padre Luciano, uno dei più conosciuti maestri doratori di Venezia sin dal 1940. Sotto la sua guida ha imparato tutte le tecniche “vecchia maniera” dell’arte della doratura, ereditando così una tradizione e una abilità professionale che oggi la situa tra gli ultimi esponenti di questo artigianato.

Gli indoradori

Venezia non si distingue solo per le architetture, i dipinti e i paesaggi, ma anche per gli interni preziosi che arredano palazzi, chiese e scuole, frutto del lavoro di artigiani che, a dispetto dei secoli, hanno custodito e tramandato la loro arte.

Oggi questi mestieri si mantengono vivi grazie alla dedizione e alla professionalità di pochi maestri, che ancora utilizzano segrete tecniche di antichi procedimenti.

Gli indoradori applicano l’oro su manufatti in legno, stucco o altro materiale, arricchendo così intagli e sculture con lo splendore e il pregio che solo il metallo prezioso per eccellenza è in grado di offrire.

La Doratura

Due sono le tecniche principali: “a guazzo” e “a missione”. Nella prima, usata per gli interni, l’oro viene steso su un sottofondo, detto bolo (assiette dei francesi) di terra grassa argillosa che ne permette la brunitura, ovvero la resa lucida dello stesso; la seconda, sia per interni che esterni, impiega un potente adesivo a base di vernice e olio, per questo motivo tale tecnica risulta molto resistente, ma non raggiunge la lucentezza del procedimento “a guazzo”.

Il bolo si applica su superfici già preparate a colla e gesso, che devono aver subito una perfetta levigatura. L’oro adoperato in doratura si divide in oro zecchino, ridotto in fogli di sottilissimo spessore raccolti in libretti di carta leggera che si trovano in commercio col nome di oro in libretti, e oro metallo, una lega di rame e zinco o stagno, sempre in fogli ma con uno spessore maggiore e maggior dimensione.

La doratura ad acqua o a guazzo è il sistema più antico, adatto solo per gli interni. Si applica sul bolo una bagnatura di colla molto diluita , sulla quale si adagia la foglia d’oro e quando sarà secca si passa alla brunitura.

La doratura ad olio o a mordente è resistentissima e si usa per oggetti che devono restare esposti all’aria e alle intemperie o semplicemente che devono restare opachi. La doratura ad olio prevede pochi passaggi, sulla superficie levigata si applica il mordente poi la foglia d’oro e quindi si fa la finitura.

La brunitura è un processo di lucidatura particolare eseguito per mezzo di appositi utensili detti brunitoi composti da una pietra d’agata sagomata, molata e lucidata fissata su un manico di legno ed hanno forme diverse. I brunitoi devono essere guidati con mano leggera, ferma e sicura e con una pressione regolare per cui le lamine metalliche assumano un aspetto omogeneo.

La rifinitura delle dorature è un complesso di operazioni che servono a dare alla doratura la definitiva apparenza e la buona conservazione.

Per la conservazione è opportuno passare a tampone un leggero strato di vernice ad alcol chiamata gommalacca.

 

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