Stefania Lucchetta – INTERSEZIONI


Magazzino Gallery – Palazzo Contarini Polignac
874 Dorsoduro
Venezia

7 ottobre – 3 novembre 2018
11:00-19:00

Inaugurazione: sabato 6 ottobre 2018, ore 18:30 (su invito)

Intersezioni di linee e di piani, geometrie perfette e minuziose, strutture architettoniche forti e armoniose: sono gioielli, soprattutto anelli e collane, che prendono spazio nella Gallery di Palazzo Contarini Polignac giocando con luci, proiezioni, ombre, contrasti e riflessi colorati.

Stefania Lucchetta, artista e designer – per la prima volta a Venezia con una personale nell’ambito della Venice Design Week 2018 – da quasi vent’anni sviluppa una propria poetica del gioiello attraverso la tecnologia. L’artista è infatti una pioniera nell’utilizzo dei software di progettazione e delle macchine di prototipazione (3D printing) per creare effetti nuovi e non riproducibili manualmente con le tecniche tradizionali. “Quello che ho fatto in questi ultimi anni è cercare di materializzare alcune idee di gioielli che avevo in testa che, senza le nuove tecnologie e i nuovi materiali, non sarebbero stati realizzabili”.

Tra i materiali il prediletto è il titanio: duro, difficilmente alterabile, resistente alle intemperie e per giunta anallergico. Un metallo che per le sue caratteristiche e la sua leggerezza amplia le possibilità espressive permettendo gioielli di grandi dimensioni dai suggestivi effetti di colore.

La mostra evidenzia il percorso di ricerca e innovazione nell’incontro del gioiello con mondi diversi: il design, l’architettura, l’arte, come nell’ultima collana Cattedrali, imponente, ma quasi trasparente, ispirata alle finestre ogivali veneziane. La creatività va sempre di pari passo con l’evoluzione tecnologica della macchina cercando il punto di intersezione con la manualità per aprire nuove strade al gioiello contemporaneo.

Oggi è possibile sinterizzare particolari in titanio con spessori molto sottili, anche sotto i tre decimi di millimetro. Non è sempre stato così. “Infatti – spiega Stefania Lucchetta – ho voluto dedicare una sezione della mostra a quegli oggetti che non sono riuscita a realizzare quando ancora le tecnologie necessarie erano agli albori e tutto era solo sperimentazione e incertezza. Sono la testimonianza della fatica di far nascere cose davvero nuove e dei fallimenti che accompagnano questi tentativi”.

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